Caffo Leonardo - 2020 - Il cane e il filosofo by Caffo Leonardo

Caffo Leonardo - 2020 - Il cane e il filosofo by Caffo Leonardo

autore:Caffo Leonardo [Caffo Leonardo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Social Science, Customs & Traditions
ISBN: 9788852099298
Google: idHEDwAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2020-01-20T23:00:00+00:00


Due solitudini si proteggono a vicenda

Ti penso in continuazione, sempre di più, ma non riesco a farti apparire di nuovo. Non sento più né il rumore del motorino né quello della macchina di Lavinia: ogni attimo, se non mi concentro e penso ad altro, è davvero tremendo e sembra non passare più. Distanti, due parti di un unico corpo, le parole generate diventano finzione: il cane parla dove il filosofo tace. Il rumore qui, nella nostra bellissima casa, è sempre meno: diminuito fino ad affievolirsi del tutto. Cosa posso inventarmi per farti tornare? Talvolta osservo la tua stanza, quel letto vuoto, la sensazione che un luogo di vita si sia adesso trasformato in un museo, e nessuno vuole pagare il biglietto per entrare.

«Pulisco la stanza di Edo, Alfio.»

«Amelia, ma torna tra sei mesi, cosa sistemi… cosa?»

«Non si sa mai.»

«Va bene dai… fai tu.»

«Eh sì, il bambino magari torna all’improvviso.»

Il bambino non torna mai bambino. Si nasconde dentro il cane, ne usa i silenzi: le sue parole ora sono pietre, sassate.

Le giornate – la mattina poi non ne parliamo – sono lunghissime, perché sto sempre da solo, tra il balcone e il soggiorno, e dopo un po’ mi viene davvero tanta noia. Mamma e papà sono più spenti da quando non riesco a far tornare Edo in casa con la forza del mio pensiero e talvolta mi sembra pronuncino il suo nome attaccati all’affare chiamato «telefono». Provavi a stare da entrambe le parti della cornetta, a essere i miei occhi. Dicono parole senza potersi osservare in faccia, dicono cose che non assumono l’aspetto di nessun corpo: la vita umana, così ancorata alla parola, così appesa a un filo fragile. Mia madre certe volte si siede accanto a questo coso e lo fissa come se aspettasse che succeda qualcosa, ci passa delle ore. Spesso non succede niente. Mi sento molto in colpa: non so più pensare. Siamo davvero due ora? Chi parla e scrive adesso?

È primavera quando al parco con papà vedo un ragazzo con il suo cane che ti somiglia tantissimo e mi torna in mente quella tua richiesta, che mi confidasti mentre leggevi, di essere anche tu felice un giorno. Io non lo so, non lo so davvero cosa ti mancava quando eravamo insieme, ma posso solo sperare che tu sia felice adesso, nella tua nuova vita – in questo spazio di incertezza in cui ora io mi colloco, ti attendo, non riesco ad uscire. Sei dentro? Non ti sputo e ti trattengo. Pesi. Forse il problema era che non potevo risponderti? Che mentre mi leggevi Walden, questa parola così strana, io non potevo dirti cosa ne pensavo e sei stato costretto a darmi parola? Se fossi stato umano anch’io forse saresti ancora qui con noi, mentre invece non ci sei più. Vedo questo cane e questo ragazzo lontani, felici, che pure pensano di essere immersi nel per sempre: invece tutto, anche per loro, appare limitato dal tempo che fugge. Finisce per tutti questo incantesimo: lui ti darà parole, le tradirà.



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